Su invito dell’amministrazione comunale, il barone Pietro Beneventano Del Bosco, delegato per Siracusa e Ragusa dell’Ordine di Malta, e don Gianluca Belfiore, cappellano magistrale della delegazione, si sono recati nella città megarese per visitare la mostra sulla locale Ricetta di Malta. Ricevuti dall’ assessore Giuseppe Carrabino e dal capo della segreteria Vincenzo Di Tommaso, hanno preso visione delle testimonianze storiche della presenza dell’Ordine di Malta ad Augusta e dell’importante ruolo che la Ricetta svolse, specialmente per i più bisognosi della città. Accolti nel salone di rappresentanza del palazzo di città, hanno avuto modo di consultare il volume del Fondo Blasco contenente i manoscritti relativi alla “Storia cronologica della Ricetta di Malta in Augusta e dei suoi ricevitori del barone D. Cesare Zuppello Santangelo”, un documento che illustra la presenza dell’Ordine melitense in Augusta sin dal 1529 fino alla soppressione.
L’illustre ospite ha firmato il registro d’onore della città e successivamente si è recato nella chiesa delle Anime sante per visitare la mostra curata dall’Apf Augusta photo freelance, presieduta da Romolo Maddaleni, unitamente ai pannelli del Museo della Piazzaforte e il presepe realizzato dall’artista Fabio Di Grande ed ambientato nella Ricetta.
La visita è proseguita nella chiesa di San Giuseppe dove si custodisce il baculo d’argento donato al simulacro del santo da fra Diego Maria Gargallo, a conclusione del suo mandato quale ricevitore della Ricetta di Malta di Augusta. Il baculo, utilizzato per la festa esterna della terza domenica dopo Pasqua, reca l’insegna araldica della famiglia Gargallo ed è parte integrante del corredo del simulacro.
A conclusione, accolti dal direttore Antonello Forestiere, gli ospiti hanno visitato il Museo della Piazzaforte dove si custodiscono testimonianze di interesse dell’Ordine melitense in Augusta. Nel corso della visita è stato rammentato il contributo dell’Ordine nella storia della città con la Ricetta, azienda al servizio anche degli ultimi ma soprattutto l’opera di protezione civile che i cavalieri assicurarono in occasione del sisma del 1693 che tanto lutto e distruzione arrecò in tutto il territorio.
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