“Un incontro pubblico in una sede istituzionale come la Prefettura fra gli operatori economici della zona, le loro organizzazioni, i sindacati, la deputazione nazionale e regionale e un esponente del Governo qualificato. Magari lo stesso ministro. Poiché a questo punto è il caso, dato il tempo ristretto, che una fonte autorevole e qualificata dia le risposte e i chiarimenti attesi, una volta per tutte. E invitiamo il Prefetto di sollecitare tale ipotesi poichè 40 giorni potrebbero essere troppo pochi per la soluzione”. A lanciare la proposta è Davide Fazio, presidente di Unionports che ritorna sull’allarme lanciato alcuni giorni sul rischio di un’ “ecatombe industriale ed economica” a causa dell’embargo del petrolio russo per la guerra in Ucraina che dovrebbe scattare a dicembre nei confronti della raffineria Lukoil.
“Ora non possiamo ancora fare altro che rivedere i numeri e dire che a quel disastro annunciato non mancano 50 giorni ma 40. – afferma Fazio- Un conto alla rovescia su cui si sta perdendo troppo tempo mentre incombe un rischio epocale. E, ci spiace dirlo, assistiamo, escludendo il Comune di Augusta che si è attivato, ad un grande silenzio da parte delle istituzioni del territorio, a partire dagli altri comuni. Come se l’oltre 50 per cento di Pil rappresentato dal comparto industriale sia solo un benefit per Augusta e non per tutta la provincia e la Sicilia. Ora apprendiamo che il neo insediato governo sta lavorando su questo dossier. Il neo ministro Adolfo Urso, succeduto a Giorgetti, ha infatti fatto trapelare sulla stampa che il nuovo governo sta valutando una ipotesi di soluzione che, pare, il governo Draghi aveva scartato. E cioè la nazionalizzazione temporanea di Lukoil che farebbe cadere i vicoli da embargo. Una ipotesi, per altro, caldeggiata dalla stessa Unionports già qualche mese fa”.
Nei giorni precedenti, inoltre, il neo senatore del Pd Antonio Nicita aveva intravisto un’altra soluzione tramite la garanzia pubbliche dei crediti che le banche dovrebbe concedere a Lukoil per potere proseguire nella produzione. Tutte ipotesi interessanti ma che svaniscono un attimo dopo la pubblicazione sui giornali .
Il ministro delle Imprese e made in Italy, Adolfo Urso ha dichiarato che “già subito dopo il giuramento ho preso in mano il dossier di Priolo assieme a tutti quelli critici e strategici. La raffineria di Priolo è importante, italiana, con un indotto di 10 mila lavoratori. Posso rassicurare tutti: troveremo la soluzione e l’annunceremo quando avremo assunto le nostre determinazioni”.
Il componente del Governo Meloni ha detto di aver già tenuto alcune riunioni in questi giorni, quindi sarà convocato un tavolo tecnico nel quale verranno rese note le decisioni. Qualche giorno fa, ospite di Quarta Repubblica su Rete4, aveva ammesso di seguire alcune ipotesi di investimento o di acquisizione dell’impresa per consentirle di andare oltre la fatidica data in cui scatteranno le sanzioni legate all’importazione di petrolio russo. Oggi il ministro torna a rassicurare i lavoratori: “risolveremo tutto nelle prossime settimane”.
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