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Sistema Siracusa: esposti anonimi e falso complotto, Piero Amara dovrà risarcire oltre 300 mila euro a Eni

L'Eni aveva intentato causa ad Amara per 30 milioni di euro  

L’avvocato Piero Amara, di Augusta,  è stato condannato a risarcire 280 mila euro (più spese processuali per 22 mila euro) a Eni. Lo ha deciso il tribunale di Terni sulla causa di risarcimento intentata nel 2019 dalla società in seguito allo scandalo del cosiddetto “Sistema Siracusa”.

Il tribunale ordinario di Terni si era pronunciato il 14 giugno scorso e il 16 il pronunciamento è stato pubblicato, come da dispositivo emesso in primo grado dalla sezione civile dal giudice Tommaso Bellei, con un’intera pagina comprata su Repubblica del 17 a spese del legale augustano, i cui contenuti sono destinati ad apparire “in una giornata di venerdì, sabato o domenica” pure sul Correre della sera, Il Sole 24 ore, Il Fatto quotidiano, Il Giornale e Libero.

Certo, l’Eni aveva intentato causa ad Amara per 30 milioni di euro denunciando una manovra diretta a ingerirsi pesantemente nella gestione societaria utilizzando false denunce e servizi compiacenti del Pm Giancarlo Longo dalla procura di Siracusa.

Il giudice Bellei ha accertato “la responsabilità extracontrattuale di Piero Amara” per aver redatto o fatto redigere e depositare nel 2015 una serie di esposti anonimi alla Procura di Terni e una denuncia alla Procura di Siracusa nei quali si denunciava un falso complotto di cui avrebbero fatto parte alcuni membri del Cda Eni (Luigi Zingales e Karina Litwach e un alto manager dell’Eni (Umberto Vergine) finalizzato a destabilizzare i vertici di Eni. Un complotto che lo stesso Amara in seguitò rivelò essere inesistente.


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