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Si torna a nascere ad Augusta, ma non in ospedale: bimba migrante data alla luce su una nave militare

La piccola Fantoumata Zahra, figlia di una trentatreenne migrante proveniente dalla Costa d'Avorio, è cittadina di Augusta, registrata allo Stato civile del Comune

Il suo nome è Fantoumata Zahra e dopo aver affrontato il viaggio della speranza, nel grembo della mamma,  è a tutti gli effetti una piccola augustana, nata in una città  dove  ormai non si nasce  da quando,  nel 2008, il reparto di Ostetricia  e la sala operatoria dell’ospedale Muscatello sono stati trasferiti all’ospedale di Lentini, costringendo le donne incinte a recarsi altrove per partorire. Il lieto  evento è, infatti, avvenuto nei giorni scorsi in territorio augustano anche se non proprio in una struttura ospedaliera, ma sulla nave “Francesco Mimbelli”, il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina militare  impegnato nelle operazioni di trasferimento dei migranti dall’ hotospot di Lampedusa al porto di Augusta. Qui la mamma della bimba, una trentatreenne migrante proveniente dalla Costa d’ Avorio, soccorsa tempo prima da una carretta del mare, si trovava lo scorso 30 agosto. Ormai prossima al parto la donna non ha fatto in tempo a scendere dalla scaletta, tanta era la voglia di nascere delle piccola, che  ha emesso il suo primo vagito sulla nave, proprio poco prima dell’attracco in porto.

Sia la neonata  che la madre hanno ricevuto tutte le cure necessarie prima a bordo e poi all’ospedale “Umberto I” di Siracusa e stanno bene; nei giorni scorsi la puerpera, accompagnata dalla Croce rossa italiana,  è tornata ad Augusta, all’ufficio dello Stato civile dove  è stato trascritto l’ atto di nascita della figlia, redatto sulla nave dal comandante al momento del lieto evento, ufficializzando cosi che la piccola è a tutti gli effetti un’augustana. E il nome della città è rispuntato in un documento di nascita.

Un’emozione per Biagio Tribulato, assessore ai Servizi generali e demografici con delega all’Accoglienza:  “quel giorno ho voluto esserci per  accogliere, in tutti i sensi, la mamma per un evento così importante come la nascita di una bambina nel nostro territorio, al di là che spesso  -ha commentato- si accendono i riflettori sul fatto che il reparto di Ostetricia  sia chiuso e che qui non si nasca più. Sicuramente per la nostra comunità è un motivo di orgoglio e abbiamo potuto condividere  un evento straordinariamente bello, celebrando il valore della vita e lo spirito di accoglienza nella nostra comunità”.


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