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Rada di Augusta, Un errore lungo 12 anni costa alla Regione 400 mila euro di multa imposta da Bruxelles

La Regione pagherà una sanzione da 400 mila euro alla Commissione Europea perchè nessuno degli uffici in 12 anni – dal momento della prima condanna della Corte di Giustizia Ue – ha mai inviato un’autocertificazione in cui si affermava che la rada di Augusta non è una discarica abusiva. Una multa per un ritardo lungo 12 anni.

È questo, infatti, il quadro che si sono trovati davanti i deputati del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao (Europarlamentare), Claudia Mannino (Camera dei Deputati) e Gianpiero Trizzino (deputato regionale all’Ars) per quanto riguarda la rada di Augusta. O almeno questo è ciò che si evince da un fitto carteggio tra i deputati pentastellati ed il Commissario europeo, Karmenu Vella dopo una richiesta avviata dal Movimento 5 Stelle per ricalcolare la sanzione della sentenza Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulle discariche abusive.

Nello specifico, il 26 aprile i deputati del M5S rivolgendosi oltre che al Commissario, anche al direttore generale della Commissione Europea Daniel Calleja Crespo, sottolineavano come la rada di Augusta fosse stata esclusa nel dicembre 2015 dalla lista delle discariche della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. In particolare la discarica era stata esclusa in quanto dimostrato che era stata inserita per errore della Regione Sicilia.

Acclarato ciò tramite appositi documenti, i deputati chiedevano un ricalcolo a favore dell’Italia della penalità forfettaria (pro quota di 187.793,40 euro) e della prima sanzione semestrale (200 mila euro). Ma oggi la Commissione Europea ha chiarito ai tre deputati del Movimento 5 Stelle che la sanzione riferita alla rada di Augusta non verrà stornata perchè l’errore non è stato dell’Europa ma dell’Italia e in particolare della Regione.

Si tratta di 400 mila euro tra sanzione iniziale e multa semestrale – affermano Corrao, Mannino e Trizzino – che abbiamo dovuto pagare solo perchè nessuno tra Regione e Ministero in 12 anni si è mai preso la briga di mandare una certificazione con scritto che la rada di Augusta non era una discarica. Quando questo è stato fatto, ovvero soltanto nel 2015, la Commissione ha subito escluso Augusta dalla lista delle discariche fuori legge. Insomma il classico esempio di come una leggerezza costi quasi mezzo milione di euro che paghiamo tutti noi cittadini. Fino al 2014 nessuno a livello politico si era interessato a questa procedura europea. Grazie al nostro intervento abbiamo accesso i fari su questa vicenda delle 200 discariche fuori legge, facendo inserire anche nel bilancio statale decine di milioni di euro per le bonifiche.”

I tre deputati hanno già annunciato che sottoporranno anche questa vicenda alla Corte dei Conti, auspicando che anche in questo caso provveda ad aprire una indagine. In questo apparente “scarica barile”si è inserito anche il Ministero dell’Economia, che nello scorso aprile, con una nota ufficiale inviata al sindaco di Augusta e al collega di Priolo, intimava ai due Comuni di pagare la multa inflitta all’Italia per degli errori che però possono difficilmente essere attribuiti agli enti locali (Leggi Qui).

La cosa assurda – concludono i deputati – è che il Ministero dell’Economia ha avuto il coraggio di avviare la pratica per il diritto di rivalsa nei confronti del Comune di Augusta, nonostante la responsabilità sia del Ministero dell’ambiente e della Regione. Sarebbe assurdo che i cittadini di Augusta, già martoriati da una difficilissima situazione ambientale e sanitaria, dovessero pagare per le inadempienze politica e amministrative sovracomunali. Per questo stiamo lavorando al fianco del sindaco Cettina Di Pietro al fine di risolvere quella che auspichiamo sia solo una incomprensione burocratica”.

Giulio Perotti


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