In tendenza

La vita e l’impegno antifascista di Max Corvo di Augusta in un documentario: si girano le riprese in città

Ieri mattina la troupe della casa di produzione “Faeria produzione cinematografica e televisiva”, ha iniziato a  girare delle scene sia via mare che a terra

Era nato ad Augusta nel 1920 da padre melillese e madre augustana Max Corvo, che  ebbe un ruolo importante  nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo come componente dell’ “Oss”, i servizi di intelligence degli Usa, al centro   del film documentario “For freedom, Max Corvo and Oss in Italy” le cui riprese si stanno svolgendo anche ad Augusta e che ha ottenuto il patrocinio del Comune.

Ieri mattina la troupe della casa di produzione “Faeria produzione cinematografica e televisiva”, ha iniziato a  girare delle scene via mare, su bue barche, dal golfo Xiphonio, sotto il bastione del Castello svevo ma anche  all’esterno  del monumento che fino al 1900 fu anche carcere, all’interno e  all’esterno dell’ ex caserma dei Carabinieri di piazza Carmine, dove ieri fino a mezzanotte era in vigore il divieto di sosta per agevolare le riprese. Oggi si sposteranno  in via Principe Umberto, nel tratto compreso tra la via Garibaldi via Roma in tutto il perimetro di piazza Duomo, dove non si potrà transitare né sostare con i mezzi e fino alle 17  come da determinata della Polizia municipale.

Il documentario, per la regia di Ezio Costanzo, si basa sulla rievocazione storica di William Corvo, figlio di Max,  che si è ispirato al libro del padre che ha ancora parenti ad Augusta, e  racconta parte della vita del nonno Cesare, che ricevette la “Croce di guerra al valore militare nel 1918, impegnato in prima linea nell’antifascismo e per questo costretto ad emigrare in America ma anche del padre  Max. Nei prossimi giorni altre scene saranno girate in centro e in zone di campagna. Partecipano come comparse gli attori della compagnia augustana di Mauro Italia.

Max Corvo, all’anagrafe Biagio,  nacque ad Augusta nel 1920 da padre melillese e madre augustana e lasciò la Sicilia a nove anni, nel 1929. Assieme a sua madre, Giuseppina Arena, alla sorella più grande, Gina (Palma Biagina) e al fratello più giovane, Salvatore partì a bordo della nave “Conte Grande” da Palermo alla volta di  New York dove la famiglia si riunì con il padre, Cesare,  che non vedeva  da quando aveva tre anni e che si era stabilito a Middletown, nel Connecticut dove vivevano  emigrati dall’Inghilterra, dall’Irlanda, dall’Abruzzo e soprattutto dal vicino comune di  Melilli.

Nel 1941 si arruolò nel servizio militare americano. Dopo l’attacco dei giapponesi sul Pearl Harbor il 7 dicembre del 1941 fu mandato a Camp Lee, nella Virginia dove  cominciò a scrivere il suo piano per lo sbarco in  Sicilia e la creazione di un organizzazione di spionaggio per sviluppare il progetto della guerra partigiana in Italia. Il piano impressionò gli alti funzionari americani, fu allora scelto per entrare a far parte della sezione italiana del “Oss”, i servizi segreti americani  per mettere in pratica il suo piano, cominciando con il reclutamento di volontari italo-americani. Creò un gruppo di agenti segreti italo-americani che potevano lavorare insieme a partigiani italiani,   contattò anti-fascisti italiani negli Stati Uniti molti dei quali erano amici di suo padre Cesare e figli di emigrati siciliani da Melilli.

Lanciò la prima missione contro l’Italia fascista il 28 giugno del 1943. L’obbiettivo era la Sardegna. La missione segreta era partita dall’ Africa con tre barche. Il tenente Corvo, il tenente Sebastiano Passanissi e il capitano Frank Tarallo dirigevano la missione, nominata “Bathtub”, vasca da bagno,  composta  da cinque volontari comandati da Anthony Camboni e includeva John De Montis, Joseph “Pep” Puleo, Vincent Pavia e il tenente Charles Taquay responsabile delle trasmissione radiografiche. Questa squadra aveva la missione di arrivare nell’isola e poi convincere i tedeschi e fascisti che erano il gruppo d’avanzo per l’invasione della Sardegna.

I membri della Bathtub furono catturati poco dopo l’atterraggio. Era la prima invasione dell’ Italia dopo la cattura delle isole di Lampedusa e Pantelleria. Tredici giorni dopo, il 10 luglio 1943 l’invasione della Sicilia fu lanciata da Nord Africa. Il 13 luglio Corvo e il primo gruppo del Oss arrivano nella Sicilia, al Castello di Falconara ad ovest di Gela. Poco dopo Corvo partì per Melilli dove cominciò a reclutare personalmente i primi volontari partigiani con l’assistenza del parroco della  chiesa di San Sebastiano, padre Fiorilla. Fra questi c’è  su cugino, Peppe Catalano che dovette tornare ad Augusta dopo la tragica morte del suo giovane figlio Giuseppe, ucciso di un congegno tedesco nascosto come una penna che esplose uccidendolo istantaneamente.

Dopo la caduta e l’arresto di Mussolini,  all’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943  Max Corvo  presenziò come un ufficiale di collegamento rappresentando l’ “Oss” durante le discussioni. Nell’aprile del 1945 Corvo aveva 24 missioni, lavorava anche con la Sim”, il servizio di informazione italiano, aveva creato delle operazioni con il Comitato di liberazione nazionale, Cln, l’Oss ha lavorato anche con gruppi di partigiani communisti e socialisti.

Sempre attivo nella politica ha pubblicato il suo giornale italo-americano “The Middletown bulletin” fin alla morte nel 1994. Durante gli anni 60 è tornato in Italia per costruire, a Catania, il più grande impianto per la lavorazione di agrumi in Europa.

 


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo