Commosso, stupito, emozionato. Cosi l’altro ieri mattina il noto trombettista Roy Paci è apparso nell’auditorium “Giuseppe Amato” della Cittadella degli studi, accolto in grande stile e tra gli applausi dagli studenti del primo istituto comprensivo Principe Di Napoli che, al suo ingresso e anche alla fine, hanno intonato “Siamo Capaci”, il brano scritto quasi tre anni fa in occasione del 28esimo anniversario della strage di Capaci, per onorare gli uomini e donne vittime innocenti delle mafie.
L’ex alunno della scuola media, che ad Augusta è nato e cresciuto prima di “emigrare” in Sudamerica e fare poi ritorno in Italia, diventando un musicista affermato e impegnato anche nella battaglia civile contro la mafia, per un’ora e mezzo ha dialogato con gli alunni che gli hanno posto diverse domande, non risparmiandosi e non nascondendo anche un po’ di emozione. “Sono senza parole, mi avete lasciato di stucco non mi aspettavo una tale accoglienza, senza dubbio posso catalogare questo momento come uno dei più bei momenti che ho vissuto nella vita. – ha esordito- Sono nato cullato dalle onde del lungomare Rossini, sono nato proprio di fronte al mare, siccome sono mezzo pazzo dopo aver visto i Centro passi ho contato i passi che mi separavano dal palazzo al mare. Erano 47”.
E proprio il lungomare Rossini era un “luogo del cuore” per il giovane musicista alle prime armi che vi passeggiava la sera e dove andava a suonare alla fine di una passerella di legno costruita dallo zio pescatore Lucio Passanisi, per non disturbare i suoi vicini, quando “ancora facevo le pernacchie con la tromba”.
I primi passi compiuti con orgoglio nella banda di Augusta musicale, diretta dal maestro Giuseppe Passanisi, una “tradizione importante, un patrimonio enorme e vera memoria storica” come sono tutte le bande cittadine, quando aveva “la musica che gli scoppiava dentro”, ma c’era ancora una visione molto più superficiale e non si credeva che il musicista potesse anche essere un vero lavoro con cui riuscire a vivere. Bei tempi in cui si potevano condividere momenti speciali e spensierati con gli amici all’ “Elica” della Villa: “un posto che stra-adoro e dove andavo a fare delle cose vicine ad un happening musicale. C’era chi leggeva da un libro, io suonavo, c’era chi cantava. All’epoca – ha ricordato – c’era anche Giuseppe Fiorello, un altro grandissimo concittadino, eravamo tutti coetanei e ci divertivamo”.
Poi la voglia di andare oltre la Porta Spagnola, di arricchirsi, di migliorarsi, di crescere, ed ecco il primo viaggio in Sudamerica e tutti gli altri a seguire perché il viaggio “dà le più grandi lezione della vita, perché ci si può confrontare con il resto del mondo. Dal viaggio e dalla scoperta di altri luoghi e culture mi sono reso conto di quanto fosse importante il valore di questa terra” – ha detto Roy Paci che si è raccontato con sincerità, anche con aneddoti curiosi, come quando ha ricordato che andava a spasso in “via Principe Umberto con un’oca gigante legata ad un filo. C’era chi aveva i cani e io avevo un’oca che mio padre teneva in campagna, immaginate quante risate mi sono fatto a pensare che pensavano che io ero pazzo, ma io dicevo: siete voi che non arrivate ad apprezzare”.
A 14 anni la scoperta della figura di Peppino Impastato, che ha combattuto a testa alta contro la mafia della sua città e che gli fa scattare la voglia di capire di più e poi anche di impegnarsi in prima linea, com’è il brano “Siamo Capaci”, scritto nel 2020 a quattro mani con il paroliere siciliano Giuseppe Anastasi, commissionatogli dalla Questura di Palermo quando c’era il lockdown per la pandemia del covid 19. E che ha avuto bisogno, per essere realizzato, di permessi speciali per poter viaggiare in tutta la Sicilia insieme agli altri artisti ed artiste dell’Isola che hanno accettato di far parte del progetto, che ricordava la strage di mafia in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo ed alcuni agenti della scorta: “io non ero in Italia in quel momento, mi trovavo a metà strada in Sud America e stavo rientrando e sono sentito un po’ sconfitto – ha ammesso Paci- perché anche nella mia adolescenza avevo vissuto delle situazioni dove ho visto con i miei occhi degli atteggiamenti pesanti, mafiosi. L’abbiamo visto anche nel nostro territorio, non possiamo non dirlo, oggi le cose grazie al cielo sono cambiate. Quel momento lì, cosi pesante, è stata quasi una sconfitta per il popolo siciliano vero”.
Un primo momento di scoramento a cui sono subentrati, però, la forza e il coraggio di reagire per il musicista augustano: “abbiamo dovuto aspettare dei tempi per far decantare le nostre emozioni, ci siamo risollevati da questa sconfitta e vi assicuro che da quel momento abbiamo iniziato ad urlare insieme che non ne potevano più. Da tre, quattro persone a fare la marcia di Cinisi per Peppino Impastato siamo diventati mille, poi 5 mila, e poi 10 mila. Adesso non voglio più chinare la testa, negli ultimi decenni voglio stare lì a guardare in faccia le cose storte e chiedere: perché vuoi fare questo?. Questo usatelo fra di voi, – ha detto rivolto agli alunni- quando qualcuno stupido, ignorante, cretino, cerca di fare del bullismo contro di voi. Non abbassate mai lo sguardo, ma soprattutto evitate di rispondere con la stessa violenza, guardate in faccia le persone che vi vogliono fare dei soprusi. Il sopruso va combattuto a testa alta”.
“Sono felice di avere riportato tra i ragazzi un ricordo di Roy quando era ragazzo”– ha detto la dirigente scolastica Agata Sortino, che ha ricordato che l’incontro, moderato dalla docente Alessia Saraceno, referente di un progetto di legalità con gli alunni, è inserito in un percorso di legalità promosso dalla scuola che ha già conosciuto Elena Ferraro, l’imprenditrice di Castelvetrano che ha detto “no” a Matteo Messina Denaro. Ad ascoltare Roy Paci c’erano anche il vice sindaco Tania Patania, l’assessore alla Pubblica istruzione Ombretta Tringali e il vicepresidente del Consiglio comunale Biagio Tribulato.
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