Sono in corso di liquidazione i contributi del “CuraAugusta 2.0” a favore di imprese commerciali, artigianali, dei servizi, degli enti del terzo settore danneggiati, l’anno scorso, dalla pandemia del covid 19. Su un totale di 493 istanze pervenute al bando solo 241 sono risultate regolari e ne sono state già versate 203, pertanto ne rimangono da liquidare 38. Più della metà (252) delle istanze presentate sono, dunque, state rigettate. Lo ha riferito l’assessore allo Sviluppo economico Tania Patania, in risposta a un’interrogazione consiliare del Movimento 5 stelle presentata in aula dalla consigliera Roberta Suppo, che si è detta non soddisfatta per l’esito delle procedura, “che immaginavo che dovesse avere molto più istanze accettate, invece più della metà, nonostante i vari cambiamenti e le varie aperture che ha dato la maggioranza, non ha sortito l’effetto che la maggioranza avrebbe voluto. Ci auguriamo che questi fondi andranno a chi ne aveva bisogno. Ricordo bene che la passata amministrazione in soli 3- 4 mesi ha svolto il lavoro di un anno.” – ha dichiarato.
“È stato un lavoro lungo – ha affermato il sindaco Giuseppe Di Mare – perché le domande erano circa 500 e devo esprimere gratitudine gli uffici che se ne sono occupati, nonché ad responsabile del Suap Alessandro Blandino in primis, perché gestire e verificare 500 domande con tutti i problemi che possono essere anche relativi alla conformità dei dati che sono stati forniti, non è stato un lavoro facile”.
L’importo massimo per ogni attività ammessa era di 2 mila euro su uno stanziamento complessivo di 730 mila euro, di cui circa 600 mila euro provenivano dalla rimodulazione dei debiti voluta dalla precedente amministrazione a cui sono stati aggiunti altri 130 mila euro di aiuti economici concessi dallo Stato concessi nei mesi dell’emergenza sanitaria.
Il regolamento, il secondo, del “Cura Augusta 2.0” fu approvato l’anno scorso dal consiglio comunale ed era rivolto ad esercenti di settori non alimentari, gestori di pubblici servizi, titolari di attività di servizi enti ed associazioni del terzo settore con comprovata attività svolta almeno dal primo gennaio 2018, palestre, società sportive regolarmente iscritte e affiliati al Coni che possono dimostrare di avere fatto attività dal primo gennaio 2018 e liberi professionisti, escludendo invece gli esercenti del settore alimentare.
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