“L’autorità portuale di Catania è legittima“. A sostenere la propria scelta è stato lo stesso ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio che oggi in aula ha risposto durante il question time all’interrogazione presentata dal deputato Stefania Prestigiacomo sull’attuazione della riorganizzazione del sistema delle autorità portuali in Sicilia, con particolare riferimento alla effettiva adozione del decreto ministeriale del 25 gennaio 2017. Insomma, per Delrio non vi è stato alcuno “scippo” al territorio siracusano, ma un’assegnazione “temporanea” così come ha voluto sottolineare il ministro, frutto di un accordo politico con il governo regionale.
“Non ho ritirato il decreto – ha detto Delrio rispondendo in aula all’interrogazione della Prestigiacomo – che è operativo, altrimenti non ci sarebbe stato alcun ricorso e i ricorrenti citano specificando che non è pubblicato. Il Tar interpretando l’articolo 6 comma 3 della legge 84/94, in cui si stabilisce che il Ministro su proposta motivata della Regione può individuare in altra sede, l’autorità portuale. Proprio per questo il provvedimento è legittimo perchè per un periodo transitorio su proposta della Regione la sede di autorità viene affidata a Catania. In quello stesso dispositivo il Tar dice che il decreto non è conoscibile solo perchè non pubblicato in gazzetta ufficiale, anche se da noi richiesto più volte al ministero della Giustizia, non ultima lo scorso 31 marzo”.
Una risposta giudicata ovviamente in modo insoddisfacente dal deputato Stefania Prestigiacomo, che al termine della seduta di question time ha affermato che “Siracusa per Delrio è terra di conquista. Il ministro ha confermato il suo decreto con tutta la sua arroganza e la tracotanza – commenta Prestigiacomo – glissando sul fatto che l’ordinanza del Tar rigetta il ricorso di Assoporto perché non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e quindi non c’è e non è stato discusso in sede giudiziaria. So già che è pronto il nuovo ricorso, ma il ministro ormai la vive come una questione personale e risponde con sufficienza anche nei confronti dei suoi stessi parlamentari del Pd, infischiandosene del territorio. E dando peso a un atto, quello della Regione, che inizia con “sentite le parti” ma non è mai stato ascoltato nessuno, almeno del territorio del Siracusano. È mancata la trasparenza anche sull’istruttoria, ma prendiamo atto che la volontà politica è questa, aspettiamo che questo Governo vada a casa ma intanto ho invitato tutti a reagire. Anche se non mi sembra ci sia l’interesse, in questo momento”.
Aspro anche il commento del sindaco di Augusta Cettina Di Pietro, secondo cui “la politica, ancora una volta, con arroganza, pensa di essere al di sopra delle leggi“. Per il primo cittadino megarese, Delrio avrebbe interpretato “a modo suo” la pronuncia del Tar di Catania dei giorni scorsi che rigettava il ricorso contro il Decreto di individuazione della sede a Catania, perché un Decreto “tecnicamente non c’è in assenza di pubblicazione”
“Contrariamente a quanto asserito da Delrio il Tar quindi – prosegue la Di Pietro – non ha affatto statuito che il Decreto in argomento è legittimo e non si è affatto pronunciato nel merito, salvo per la interpretazione dell’art. 6, comma 3 della legge 84/94. Pertanto, ammesso che il Ministro “abbia facoltà su proposta motivata della regione, di individuare in altro porto la sede”, tanti sono ancora i nodi da sciogliere nel merito del ricorso, quali l’assenza di una corretta procedura nella formulazione della citata richiesta motivata della regione, nonché la non veritiera affermazione contenuta in detta richiesta di “aver sentito le amministrazioni e le Autorità portuali interessate”, poiché, come più volte chiarito, né questa Amministrazione, né l’Autorità Portuale di Augusta sono state interpellate da Crocetta. Ogni ulteriore tassello che si aggiunge a questa vicenda non fa che confermare che si tratti di scelta esclusivamente politica, slegata da ragioni tecniche e di opportunità di sviluppo economico. In conclusione, se il Ministro pensa di dissuadere l’Amministrazione, Assoporto e tutti i soggetti a vario titolo interessati alla vicenda, con questi mezzi e queste risposte, si sbaglia di grosso”.
ha collaborato Luca Signorelli
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