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Augusta, Zes unica del Mezzogiorno, M5S all’Ars: “altro scippo alla Sicilia dal governo Meloni”

Secondo Campo e Sunseri, rispettivamente vice presidente e componente della commissione Attività produttive  è stato “sprecato il lavoro di anni”  e Schifani “in silenzio è succube di Roma”

“Da Roma ancora uno scippo alla Sicilia che vanifica il lavoro di anni fatto nell’Isola e che mette a rischio le prospettive di sviluppo che tante imprese cominciavano a intravedere. Tutto ciò è inaccettabile, come è inaccettabile il silenzio del presidente della Regione che ancora una volta si dimostra succube di Fratelli d’Italia e di Roma, mentre l’assessore Tamajo cade dalle nuvole”. A commentare  così il decreto del Consiglio dei ministri approvato ieri, che segna la nascita della Zona unica per il Mezzogiorno al posto delle 8 Zes regionali -compresa quella della Sicilia orientale con al centro il porto di Augusta e l’altra della Sicilia occidentale-  sono i deputati regionali del Movimento 5 stelle, Stefania Campo, vice presidente della commissione Attività produttive  e un suo componente Luigi Sunseri.

“Oggi la Meloni – dice Campo – con un colpo di spugna spazza via anni di lavoro e di confronti con i tessuti produttivi dell’Isola, avoca a sé la gestione delle Zes e toglie autonomia alle due Zes siciliane che poco più di un anno fa erano state annunciate in pompa magna dall’ex assessore alle Attività produttive del governo Musumeci, Mimmo Turano, e poco dopo erano state approvate dall’Ars. Sono tanti i Comuni siciliani che ricadono nelle zone economiche speciali. L’accentramento voluto dalla Meloni, con la creazione di una Zona economica speciale per il Mezzogiorno d’Italia, rischia senza dubbio di vanificare una grande e forse irripetibile opportunità di sviluppo per queste aree, cosa che non possiamo assolutamente permetterci”.

Secondo Sunseri “Roma prosegue con la sua politica accentratrice, togliendo podestà e operatività alla Sicilia, come era già avvenuto con i fondi di sviluppo e coesione, azzerando di fatto anni di lavoro e mortificando le prospettive di sviluppo e di investimento che il lavoro avviato da tempo avrebbe portato. Ci chiediamo – afferma- cosa succederà alle strutture che lavoravano da anni e, soprattutto, fino a quando Schifani sarà disposto ad essere succube di Roma e Fratelli d’Italia. Faccia sentire la sua voce con la presidente Meloni e col ministro Fitto. È paradossale che il lavoro delle strutture commissariali venga del tutto vanificato ripartendo da zero”.


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