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Augusta, vicenda porto e affidamento servizi ad unico concessionario, botta e risposta al Consiglio

La seduta, aperta ai vertici Adsp, a sindacati, parlamentari e operatori portuali, si è conclusa senza alcuna discussione della mozione della minoranza per mancanza del numero legale

Sarà presentato al prossimo Consiglio comunale la mozione sul progetto di finanza di affidamento, per 25 anni, della  concessione dei lavori e della gestione dei servizi di interesse generale nei porti di Augusta e Catania, ad un  unico concessionario.  L’ultima seduta convocata in forma monotematica si è conclusa  senza alcuna votazione dell’atto che, se pure preannunciato, non è stato neanche  presentato nè discusso per la mancanza del numero legale, venuto a mancare dopo l’uscita dell’aula di quasi tutti i consiglieri di maggioranza. Il consiglio aperto a sindacati, parlamentari e operatori portuali, era stato convocato su richiesta dell’opposizione per discutere e avere informazioni del progetto, che andrà in gara ma di cui  esiste una proposta di affidata ad una cordata  di imprese tra cui una palermitana, due catanesi e due augustane (queste ultime di proprietà della famiglia dell’assessore al Porto Patania)  che ha suscitato la preoccupazione di “colonizzazione palermitana” del porto megarese tra l’opposizione e alcuni operatori portuali.

In 4 ore di discussione il presidente dell’Adsp Francesco Di Sarcina ha spiegato il progetto di finanza, che andrà in gara a breve dopo il confronto in aula, su una proposta  già presentata dalla cordata di imprenditori e che l’autorità portuale “deve esaminare, non ha facoltà, ma deve esaminare una proposta perchè un’istruttoria va completata”. Prevede lo svolgimento di 44 servizi “a chiamata” e   a “domanda individuale” nei due porti, 44 servizi tra cui spazzamento e lavaggio aree portuali, sicurezza sul lavoro, assistenza informatica servizio, prevenzione inquinamento acustico, manutenzione verde pubblico e assistenza per organizzazione di eventi. Quello per il rifornimento idrico in rada, che già si fa da parte di augustani e che  inizialmente era previsto, “non entrerà a  far parte dei servizi messi a gara”, dopo un riflessione da parte  dei promotori.

A Catania e ad Augusta  se ne svolgono solo 3 da parte di operatori locali. Hanno un costo tra parte pubblica (6 milioni) e privata (5 milioni e 700 mila), tutti comporteranno l’occupazione di 180 persone tra  Augusta  e Catania, di cui 84 nuovi assunti. Prevista anche la costruzione della Stazione marittima di Catania, per un costo di 14 milioni annui, dei quali il 55% a carico dei privati e il restante 45% dell’ Adsp.

Ha ribadito che questi servizi non toccano gli operatori che hanno già i loro servizi, è una parte di quello che si può fare nei porti, che è necessario aumentare la competitività del porto: “spero che vengano presentate nuovo proposte per fare nuovi servizi,  non stiamo parlando di colonizzazione,  quando portiamo operatori dall’esterno non è che ci facciamo colonizzare, rubiamo opportunità, chance per il territorio  e konw how e diventiamo competitivi come fanno tutti gli altri”.

Di Sarcina, che nella foga del discorso  si è lasciato andare un paio di infelici espressioni  -che mal si adattano al luogo istituzionale qual è il Consiglio, che non è una riunione di condominio, senza tuttavia  che  né il presidente  o qualche consigliere presente in aula sia intervenuto – è stato incalzato dai consiglieri dell’opposizione che hanno parlato di mancanza di trasparenza per il mancato accesso agli atti e a cui ha risposto che, essendo una gara ancora non pubblicata “l’anticipare atti si chiama  turbativa d’asta”.

Per la consigliera Milena Contento  il progetto “avrebbe richiesto l’attivazione  di tavoli tecnici che illustrassero quanto l’autorità portuale voleva mettere in campo e che si facesse uno studio di quello che era il reale bisogno del territorio. Il fatto che non ci siano state barricate ed urla non vuol dire che tutto va bene  e a chi ritiene che questa nostra posizione sia politica in contrapposizione  a quella dell’amministrazione e del presidente Di Sarcina si sbaglia- ha aggiunto sostenendo  che “si è creato un intreccio a doppio filo con la politica locale, in questa vicenda ravvisiamo grandi opacità proprio perché è una svolta epocale l’avrebbe dovuto condividere con il territorio e abbiamo anche scritto all’Anac oltre che al ministero”.

Triberio ha sottolineato il silenzio “assordante” di sindaco e amministrazione sulla vicenda legata anche alla presenza del vice sindaco,  la cui famiglia è proprietaria di due delle quattro aziende che hanno presentato la proposta chiedendo anche a titolo fosse presente in aula: “abbiamo raccolto della preoccupazione del territorio e delle nostre aziende storiche, voglio ricordare che negli anni siamo stati scippati e il porto è a beneficio di tutto il territorio. E mentre il sindaco nella casa comunale organizza l’incontro tra Autorità portuale e  imprenditori e anche con la società che ha presentato il financing project  i consiglieri non possono avere  accesso agli atti”. – ha affermato.

Nel sottolineare che l’obiettivo dei consiglieri era di portare alla luce una discussione e alzare il livello, visto che hanno appreso della notizia dai  giornali la con Suppo ha sottolineato la poca trasparenza  sulla vicenda e la risposta “politica” alla loro richiesta, non accolta, di acceso agli atti “non entro nel merito della procedura amministrativa perchè non è il mio ruolo, ma entro nel merito della trasparenza, siamo per l’occupazione ma di sicuro non possiamo imporre alle imprese private di occupare  lavoratori del porto, mi auguro che con un patto sociale si possa fare.  Se non abbiamo la documentazione si alimentano dubbi e l’amministrazione si è preoccupata dopo che i consiglieri hanno sollevato il problema”.

Diverse le posizioni di questi ultimi,  con la presidente di Assoporto Marina Noè che si è espressa a favore del progetto, che colma lacune annose del porto: “siamo per affidare i nostri territori a quegli imprenditori che vogliamo fare sviluppo, non è importante da dove viene ma che si sviluppi il porto” .- ha detto, di idea totalmente diversa Davie Fazio, che guida Unionports che ha chiesto un tavolo tecnico: “ho l’impressione che dietro la costituzione  di queste global service ci siano dei motivi sottostanti che non mi sono chiari” – ha dichiarato. Critico Mimmo Tringali, già vicepresidente di Confindustria Siracusa  che  nel sottolineare come i servizi marittimi degli operatori locali non siano secondi a nessuno ha detto che  “ci saremmo aspettati una consulta imprenditoriale locale dove, come hanno fatto in altri porti, nella compagine sociale entrassero a fare parte tutti gli operatori compreso il chiosco dei panini, in modo da avere una pace sociale  che non avremo più”.

Dal sindacato l‘Adsp ha incassato il sostegno della Cisl con Alessandro Valente della Cis: “noi siamo per andare avanti con quell’idea, siamo favorevoli che venga un operatore non importa da dove ma che si faccia,  qua si sta perdendo tempo”- ha affermando ricordando che quel giorno a Palermo si è inaugurato il molo trapezoidale mentre qua “siamo ancora  a discutere cosa dobbiamo  fare del porto di Augusta, e questo è grave”. Più cauto il segretario Cgil Roberto Alosi ha sottolineato l’aspetto occupazionale: “saremo vigili per capire meglio. Qui emerge la difesa legittima dei soggetti imprenditoriali locali che su un progetto che impatta con forza mette  in allarme, qualcuno parla di colonizzazione e di cordata che viene da fuori, c’è il tema centrale di quanto la nostra rete imprenditoriale del territorio abbia ancora bisogno di consolidarsi”. 

Tra i parlamentari presenti Giuseppe Carta, presidente della commissione all’Ars regionale che ha sottolineato l’importanza di  coinvolgere quanto più possibile nel project le imprese del territorio  con  un “patto sociale che  dia la tranquillità ai cittadini di Augusta, Priolo e Melilli che abbiamo la priorità a lavorare nel porto”- ha dichiarato preannunciando che è pronta una commissione ispettiva sugli atti. Per Carlo Gilistro (M5S), deputato regionale  “abbiamo un porto che farebbe invidia a chiunque con la sua posizione geografica è chiaro che chi ha lavorato ha paura che possa accadere qualcosa per i propri dipendenti, tutti pensano al salto nel buio. Dobbiamo puntare allo sviluppo del territorio ma stare attenti che la politica del consenso e delle poltrone clientelare possa o debba inficiare i nostri progetti”. 

“Se non c’è stato il massimo coinvolgimento e c’è la possibilità di migliorare, presidente le chiedo di farlo”– ha detto  il deputato nazionale Filippo Scerra (M5S) – se si parla di aumentare la competitività del nostro porto va benissimo, dall’altra parte dobbiamo tutelare il nostro sistema imprenditoriale e i posti di lavori di quanti lavorano qua, vigileremo ognuno con i suoi compiti”.

Per Antonio Nicita, senatore  del Pd, tutto quanto si fa per migliorare i servizi è positivo senza dimenticare il coinvolgimento delle realtà locali, fatto salvo che tutto il dibattito non deve interferire nella selettività e bandi di gara: “il punto fondamentale è quello di cercare di, mantenendo  la concorrenza e autonomia, di allagare per le sinergie che si possono fare dentro e oltre i 44 servizi”.

A fianco dell’Autorità portuale il sindaco Giuseppe Di Mare che ha sottolineato  che oggi c’è una “presidenza  che ha il coraggio di prendere delle scelte e  sta lavorando a  quei desiderata che sento da trent’anni sul porto di Augusta”. Dei 44 servizi 41 non si fanno nel porto  e sono, dunque, 41 possibilità di sviluppo in più nello scalo megarese. “Mi pare che c’è stata grande aperura a favore dei patti parasociali, ritengo che l’amministrazione anche da questo punto  di vista ha agito nel migliore dei modi con degli errori che si possono commettere, il mio rappresentante nel comitato di gestione ha avuto un ruolo e fatto suggerimenti anche quando si è parlato di queste cose”- ha aggiunto.


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