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Augusta, via libera al “Pudm”, il piano di utilizzo marittimo: il Consiglio approva

Il piano è uno strumento  di pianificazione della costa megarese ed è  stato approvato dalla sola maggioranza

Via libera ad “Pudm”, il  piano di utilizzo del Demanio marittimo, previsto dalla Regione.  L’atto è stato adottato in via preliminare, -dovrà cioè essere trasmesso alla Regione per la Vas, la valutazione ambientale strategica, e poi ritornare in aula per la definitiva approvazione-  dal Consiglio comunale l’altro ieri sera  con i voti favorevoli della sola maggioranza di 13 consiglieri. Contraria l’opposizione con Giancarlo Triberio, Roberta Suppo, Chiara Tringali e Milena Contento, quest’ultima ha motivato il “no” con il fatto che  “il piano è privo di una visione di insieme per i consiglieri di opposizione, non fa altro   che cristallizzare l’esistente, non c’è assolutamente una visione futuribile di quello che sarà la fruizione delle nostre coste, non c’è miglioramento della fruibilità del mare da parte dei cittadini”.

Tre gli emendamenti presentati, due della minoranza e uno dell’ufficio, l’unico approvato è stato quest’ultimo (12 si  della sola maggioranza)  che recita che “le domande in itinere presenti nel portale del demanio marittimo fanno parte integrante del Pudm”,  in ottemperanza alla normativa regionale come ha spiegato in aula  il responsabile del settore Urbanistica,  Massimo Sulano  che ha risposto alle varie domande dei consiglieri e illustrato il piano che riguarda tutta la fascia costiera del pubblico demanio del Comune per una lunghezza di circa 50 chilometri sulla costa ionica, è uno strumento  di pianificazione propedeutico alla successiva  definizione del piano urbanistico generale del comune, il cosiddetto Puc.

“Ad oggi sono state censite tutte le concessioni demaniali  rilasciate, – ha aggiunto Sulano- la superficie di suolo demaniale marittimo  autorizzata in concessione  è un totale di 45563 metri quadrati, circa il 5%  della superficie complessiva del demanio  marittimo anche tenendo conto delle aree demaniali inaccessibili e la superficie di demanio marittimo lasciata alla libera fruizione è di gran lunga maggiore rispetto a quella autorizzata in concessione. La superficie di specchio acqueo autorizzato è pari a 74305 metri quadrati”.

Le principali attività presenti nelle linee guida e che saranno disciplinate nel piano sono  stabilimenti balneari, aree attrezzate per pratiche sportive e balneazione, punti ristoro,  aree rimessaggio natanti, attività commerciali e di ristorazione, tra gli altri. L’area è stata suddivisa in tre zone, la fascia demaniale è stata divisa in quattro aree omogenee, dal San Leonardo al golfo Xifonio, all’interno di ogni area sono stati individuati dei lotti e al di fuori di questi lotti è consentito il rilascio di concessioni demaniali. In ogni area possono essere rilasciate concessioni a privati nel rispetto del 50% della linea demaniale da lasciare alla libera fruizione, come prevedono le linee guida dell’assessorato regionale.

Nel Pudm l’area “A” che va da San Leonardo a Baia di Agnone, area sabbiosa ad elevata densità abitativa stagionale, l’utilizzo  del litorale potrà occupare una quota non superiore a  1200 metri lineari di fronte demaniale, sui 4 chilometri solo un  chilometro e 200 metri possono essere utilizzati per attività, di cui solo al 50% si possono rilasciare autorizzazioni

Nell’area B “Costa Saracena-Baia Arcile”, caratterizzata da alta scogliera con falesia rocciose e insenature alternati a tratti di spiagge per circa 10 chilometri, considerata l’elevata densità abitativa l’utilizzo del litorale potrà occupare una quota non superiore e 1800 metri lineari di fronte demaniale.  Nell’area C da Gisira (Brucoli) a Capo Santa Croce, a forte vocazione turistica sono promossi interventi a carattere turistico, il fronte demaniale è di 22 chilometri,  per i tratti di costa soggetti a vincolo  Pai (piano per l‘assetto idrogeologico)  non possono essere previsti alcun  tipo di attività e vengono considerati inaccessibili, l’utilizzo del litorale potrà occupare una quota non superiore a 8 chilometri.

Nell’area D “Faro Santa Croce-Golfo Xifonio” a forte vocazione turistica, il fronte demaniale è di 7 chilometri ad esclusione delle zone militari e dalla concessione  del porticciolo turistico, l’utilizzo del litorale potrà occupare una quota non superiore a 3  chilometri.

Il piano è fermo dal 2017, – ha esordito l’assessore Peppe Tedesco- fu approvato dalla commissione straordinaria nel 2014, poi le norme cambiarono da parte della Regione nel 2017 e da allora fino al marzo 2021,  dall’ingresso dell’amministrazione Di Mare non ci sono tracce negli anni. Nel 2021 è stato fatto un  affidamento all’ingegnere Valentina Bombara, nell’ottobre 2022 è arrivato il parere della Regione per la pre-valutazione,  e a dicembre 22 anche il nulla osta  della Capitaneria di porto”.

Il piano è valido fino a quando un nuovo piano non viene approvato ed è corredato da 76 tavole, a febbraio 21 la Regione aveva sollecitato il Comune a trasmettere entro aprile dello stesso anno il nuovo atto rivalutato, a marzo era stato dato l’incarico ad un ingegnere per la redazione,  a febbraio del 22 si era insediato il commissario ad acta anche se  il settore aveva già avviata la procedura di revisione ed aggiornamento. Qualche giorno fa la Regione ha di nuovo sollecitato il Comune a  trasmettere l’atto entro aprile  2023, pena il commissariamento.

In apertura di seduta, dopo essere stata bocciata la pregiudiziale della minoranza che chiedeva di non trattare il punto perchè non c’era il parere obbligatorio della commissione Finanze competente, parere che, come ha sottolinea la maggioranza non è obbligatorio laddove si dichiara l’urgenza dell’atto da votare entro il 31 marzo, è stata approvata la  definizione agevolata delle controversie dei  carichi pendenti e relativo apposito Regolamento. Favorevoli 13 della maggioranza, astenuti Suppo, Tringali e Contento, contrario Triberio.

Su prelievo proposto dal vicepresidente del Consiglio Biagio Tribulato, che ha presieduto la seduta l’altro ieri sera, è stato approvato il riconoscimento legittimità debito fuori bilancio in favore dell’architetto C. S. a seguito di sentenza che ha visto soccombere parzialmente il Comune condannato a pagare  20 mila euro, oltre Iva e accessori e alle spese di lite in 5700 euro.


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