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Augusta, si recuperano le statue di San Domenico e San Giuseppe della chiesa Madre

Si trovavano sul prospetto della chiesa Madre da dove furono rimosse dopo il terremoto del 13 dicembre 1990

Al via il recupero delle due statue acroteriali raffiguranti San Domenico patrono della città e San Giuseppe, da sempre venerato quale speciale protettore che, una volta. Si trovavano sul prospetto della chiesa Madre da dove furono rimosse dopo il terremoto del 13 dicembre 1990 insieme alle fiamme acroteriali e alla campana civica dell’orologio per il pericolo di instabilità del prospetto e per la possibilità che una ulteriore scossa avrebbe potuto far crollare al suolo le imponenti sculture, come del resto si era già verificato per la statua di San Domenico in occasione del terremoto del 1848.

Ieri mattina una gru da sessanta tonnellate ha sollevato le due statue che in questi 32 anni sono state collocate dento dei cassoni metallici nell’ex Plastjonica, ormai deteriorati dal tempo ed in evidente stato di precarietà. Un primo sollevamento di cinque tonnellate e un secondo di sette tonnellate hanno permesso la sistemazione delle due opere in un’area adiacente dove proseguiranno le attività di rimozione delle lamiere e dello strato di poliuretano espanso, attività che consentiranno l’intervento di analisi dell’integrità delle due opere e le successive azioni di pulizia e restauro conservativo

“Desidero esprimere il plauso a nome della civica amministrazione – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Di Mare – al sovrintendente ai Beni culturali Savi Martinez che, dopo anni di inspiegabile diniego, ha autorizzato l’intervento da noi proposto nell’interesse della collettività. Ringrazio altresì Alessandra Ministeri, dirigente dell’unità operativa “Sezione per i beni architettonici e storici di Siracusa” per la preziosa disponibilità”.

Per secoli hanno costituito il coronamento del prospetto della chiesa Madre dedicata a Maria Santissima Assunta. Nel dicembre del 2004, a conclusione dei lavori di restauro dell’interno della chiesa Madre, il progettista Armando Pizzo dichiarò che la chiesa sarebbe stata riaperta al culto priva di questi ornamenti scultorei in quanto, a causa di un errore progettuale, i lavori di restauro della cappelle del transetto, della canonica e dei locali annessi erano vincolati da un ulteriore progetto che doveva essere ancora presentato agli uffici preposti.

In effetti nessun progetto integrativo è stato mai presentato e tantomeno finanziato, sicché le statue sono rimaste all’interno dei cassoni in ferro abbandonate all’ex Plastjonica, le fiamme acroteriali sono andate disperse, mentre la campanacivica, la più grande di quelle esistenti in città, è stata sistemata all’interno della chiesa Madre.

“Le statue, pur realizzate in materiale povero, da sempre hanno sovrastato il tempio e costituiscono il coronamento di un edificio che rappresenta l’identità religiosa di Augusta. Più volte la comunità locale, le associazioni laiche e religiose hanno chiesto il riposizionamento, ma la richiesta non ha trovato alcun positivo riscontro. Ringrazio Franco Pompeano – ha dichiarato l’assessore Giuseppe Carrabino che ha seguito tutto l’iter autorizzativo – per questo suo gesto di attenzione e di sensibilità nei confronti della comunità. Con spirito di grande disponibilità ha accolto il nostro invito ad avviare uno degli interventi tanto attesi dalla città. Rammento  che le statue sono state realizzate per essere ammirate a distanza, in quanto abbozzate e prive dei particolari, che viste da vicino sarebbero motivo di risibilità”.


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