“Ci associamo alla richiesta già avanzata da alcune associazioni di convocare un consiglio comunale aperto sulla grave situazione e chiediamo sin d’ora al presidente del Consiglio comunale di poter intervenire per rappresentare la posizione del presidio Libera di Augusta”. A dirlo è Rita Pancari responsabile del presidio “Angelo Vassallo” Augusta, che riaccende i riflettori sulla richiesta alla presidenza del Consiglio di alcune associazioni ambientaliste di affrontare a palazzo San Biagio la questione legata ad una nuova discarica e ad un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi che dovrebbero nascere sul territorio megarese della zona industriale. L’associazione vuole porre attenzione sui problemi “di scelte non idonee a ridurre il livello di inquinamento ambientale nel nostro territorio”, e lo fa partendo da un intervento del giudice ed ex pretore di Augusta Antonino Condorelli, che qualche settimana fa ha preso parte all’iniziativa denominata “Terra sacrificata”.
“Il magistrato – ricorda Pancari- ha evidenziato che “il rispetto della legalità è sempre stato un grandissimo problema nella zona industriale”, a causa di norme sull’inquinamento sottovalutate o trasgredite, associate a un colposo silenzio sulla trasgressione dei diritti basilari di ogni cittadino, primo tra tutti la tutela della salute sul posto di lavoro e nel territorio in cui abita. “Ogni volta che si arriva ad un intervento giudiziario viene evidenziato il clamoroso dislivello tra legalità e realtà, cioè tra salute e ambiente, che comporterebbe la chiusura non attuabile di tutte le industrie”. Il dottor Condorelli ritiene la situazione attuale estremamente triste; dagli anni ’50 ad oggi, nulla è cambiato, le illegalità nell’emissione di sostanze e rifiuti inquinanti hanno peggiorato la situazione, con grave danno per la salute degli individui e per il territorio, a favore di interessi economici”.
Per Libera, pertanto, la zona industriale “non può continuare a sopportare l’incremento della presenza di impianti a rischio e ad elevato impatto ambientale, come la progettata discarica in contrada Marcellino per rifiuti speciali pericolosi da 150.00 m3 e la piattaforma polifunzionale per il trattamento annuale di 250.000 tonnellate di rifiuti liquidi pericolosi. È ancora vivo il ricordo del grave incendio dell’Ecomac del 22 agosto, ma sembra che – conclude- il nostro territorio venga sempre più considerato un posto ormai da dimenticare piuttosto che da bonificare”.
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