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Augusta, “Non solo soldati. Cuori oltre le trincee”, progetto di Archeoclub e Centro studi storico militari con il Corbino

L’obiettivo è fare memoria della grande guerra nei suoi aspetti inediti,  non trattati nei libri di storia, ma causa di grandissimi sconvolgimenti nella vita degli uomini e delle donne  

“Non solo soldati. Cuori oltre le trincee”. E’ il tema del  progetto promosso da Archeoclub Augusta in collaborazione con il Centro studi storico militari ed accolto dalla dirigente del secondo istituto Orso Mario  Corbino, Maria Giovanna Sergi dove si  è svolto nei giorni scorsi  nel plesso “Morvillo”. Rivolto alle terze medie l’incontro è stato avviato dall’intervento di Mariada Pansera, presidente della sede megarese di Archeoclub, che ha spiegato che l’intento è fare memoria della grande guerra nei suoi aspetti inediti,  non trattati spesso nei libri di storia, ma causa di grandissimi sconvolgimenti nella vita degli uomini e delle donne che l’hanno vissuta.   Piero Monticchio, presidente del Cssma, ha approfondito il ruolo dei siciliani nella grande guerra, raccontando non solo la vita dei soldati in trincea, ma anche la loro vita quotidiana ed i rari momenti di quiete alternati a quelli dei bombardamenti.

Nella seconda parte dell’attività gli alunni del Corbino hanno incontrato la giornalista e scrittrice Ester Rizzo, che nella sua carriera si è interessata ripetutamente del ruolo della donna nella società,  e che ha raccontato le proteste pacifiste organizzate dalle donne di Campobello di Licata, definite dalla scrittrice “antenate di pace”, proteste  che ben presto si estesero a tutta la Sicilia per opporsi a quella  guerra che privava madri, mogli, figlie e sorelle degli affetti più cari. Racconto contenuto nel suo  romanzo “Trenta giorni e 100 lire”.

L’incontro è stato  arricchito dalla lettura di alcune lettere, da parte dei ragazzi, tratte da manoscritti, da alcuni video proiettati e da un’esposizione di cimeli dell’epoca trattata,  con fonti documentarie diversificate provenienti da collezioni private e/o reperiti in archivi che hanno trasformato un’aula dell’ istituto in un museo grazie alla disposizione e  sistemazione di Lucia Fichera e Mimmo Collorafi.

 


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