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Augusta, immedesimarsi per combattere la violenza contro le donne: è il progetto “Amati” del Ruiz e centro Nesea

E’ stato presentato ieri pomeriggio durante una conferenza stampa nell’aula magna dell’istituto superiore

Immergersi nel mondo del contrasto alla violenza di genere immedesimandosi nelle figure di operatori di centri antiviolenza, dei servizi sociali e dei centri uomini autori di violenza, delle forze dell’ordine, di medici e infermieri di Pronto soccorso, ma anche di vittime  e autori di violenza. Filmare tutto  e poi produrre, alla fine, un docufilm. È questo il progetto “Amati. Arte di ogni genere” per promuovere e sensibilizzare gli studenti sul fenomeno della violenza di genere, che parte oggi,  coinvolgendo una cinquantina tra alunni ed alunne dell’istituto superiore Ruiz e che è stato presentato ieri pomeriggio durante una conferenza stampa nell’aula magna.

 “Intendiamo sviluppare una progettualità che abbia al centro l’educazione dei nostri studenti e i loro comportamenti  con l’aiuto e supporto del centro Nesea, dei carabinieri, dell’Asp e di esperti – ha detto  la dirigente scolastica Cettina Castorina- ci poniamo l’obiettivo  di simulare delle situazioni per le che si possano cosi rendere conto di quelli che sono i pericoli  e le conseguenze della violenza sulle donne”. “Volevamo veicolare il messaggio di genere che è formativo educativo e fondamentale con strumenti nuovi, che  coinvolgano i ragazzi perché se riusciamo ad interessarli e a  trasmettere nel loro  mondo riusciamo a fare passare il messaggio”– hanno dichiarato le docenti Cettina Baffo e  Giusy Lisi  che insieme alla collega Tiziana Coppola hanno seguito il progetto di legalità

Stefania D’Agostino, presidente del centro Nesea  ha ricordato che all’interno dell’attività della scuola è stato inserito  il loro progetto “Dalla nostra parte” che verrà  realizzato da un’equipe composta da due avvocate, specializzate nella violenza di genere,  una psicologa, un’assistente sociale e una sociologa: “E’ una campagna di sensibilizzazione e formazione diversa e  innovativa perché – ha spiegato- tendiamo a sviluppare un’autocoscienza civile e morale di ciascun ragazzo e ragazza, facendoli immergere all’interno del fenomeno di contrasto alla violenza diretta. Vogliamo fare capire loro i sentimenti e i pensieri di chi subisce la violenza, di chi la  esercita ma anche far conoscere tutto quello che ruota attorno alla donna come i genitori, con cui speriamo di fare un incontro, ma anche tutti gli operatori  perché è giusto che gli studenti capiscono che compiere una violenza e non solo subirla significa distruggersi”.

Studenti e studentesse scriveranno due copioni  e creeranno una storia di violenza, la  concretizzeranno,  la gestiranno per poi interpretarla. Il copione sarà  completato  a seguito di un incontro che faranno  con 4 famiglie vittime di femminicidio: con Giovanna Zizzo, madre  di Laura uccisa dal padre, con Vera Squadrito, madre di Giordana uccisa dall’ex compagno, con Luisa Ardita, sorella di Eligia, uccisa dal marito mentre era incinta della piccola Giulia e con la famiglia di Francesca Ferraguto, giovane augustana uccisa e fatta a pezzi dal compagno. Dopodichè i ragazzi andranno ad interpretare il copione al centro antiviolenza, con le avvocate e le operatrici. Poi saranno ospitati nella caserma dei carabinieri per capire qual è l’attività di indagine, dopo la ricezione della querela diventando essi stessi forze dell’ordine.

“I ragazzi  si sostituiranno a noi, entreranno nella stanza rosa tutta per sé che abbiamo solo ad Augusta dove la vittima racconterà la sua storia e si potrà sentire a casa a suo agio,  – ha detto il comandante della Stazione dei Carabinieri Paolo Cassia- ci sarà la telefonata con il magistrato, l’avvocato e con il medico del pronto soccorso che ci dirà la prognosi della violenza perché questa è la rete vera e propria che esiste quando arriva una denuncia di violenza di genere”.

“Faremo vedere come si attiva il codice rosa che è uno dei tasselli della rete istituita già da un po’ di anni,  mi è piace tanto l’idea del laboratorio perchè questa generazione è nata con il virtuale quindi – ha aggiunto Danilo Umana, responsabile medico del pronto soccorso dell’ospedale Muscatello-  andare ad agire con una simulazione sul campo è fondamentale per lasciare qualcosa in questi ragazzi che potranno mettersi nei panni degli altri e vivere anche il trauma di andare al pronto soccorso dove conosceranno sia la parte burocratica che di contatto con le vittime”.

Ci sarà spazio anche al tema, assai poco discusso ancora, del recupero dell’uomo  che  riconosce l’atto di violenza che ha commesso. Per questo è stato coinvolto   Antonello Arculeo, psicologo in rappresentanza dell’associazione  “Centro famiglie” che si occupa a  Catania e anche a Siracusa da poco del Cuav, centro per uomini autori di violenza che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento: “agiamo su chi la violenza la esercita e che prevede necessariamente un cambiamento e seguiamo anche degli autori siracusani. L’obiettivo primario è fare in modo che gli uomini non esercitino più violenza e questo  spiegheremo ai ragazzi facendogli vivere questa realtà” -ha detto.

Sono previste anche delle visite a Siracusa con il procuratore campo di Siracusa, il coinvolgimento del prefetto   e anche  del team sportivo Firullo  che già propone dei corsi di autodifesa  e riserverà agli alunni presenti delle lezioni di semplici tecniche di autodifesa che possono salvare la vita e che, per le operatrici del centro,  servono anche a migliorare la propria autostima e sicurezza e per questo saranno affiancati  dallo psicologo.  “Più che altro insegniamo quale  atteggiamento  avere più che aggredire la persona che ci sta facendo del male, come comportarsi e reagire, è inutile reagire con la violenza perchè in automatico si ha violenza e nelle tecniche antistupro come trovarsi da una posizione svantaggiata in una posizione avvantaggiata” – ha spiegato il presidente dell’asd Maurizio Firullo. La canzone colonna sonora del progetto sarà il “Peso del coraggio” di Fiorella Mannoia.

Alla conferenza ha preso parte anche l’assessore alle Politiche sociali Biagio Tribulato che ha sottolineato l’importanza  di sapere fare rete per contrastare qualsiasi forma di violenza e del progetto che mira ad  affermare la parità di genere e che trova la condivisione dell’amministrazione

 


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