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Augusta, il Piano di utilizzo del demanio marittimo “privatizza” la costa, il Pd valuta un ricorso

È l’esito dell’assemblea del circolo cittadino che si è svolta nei giorni scorsi a palazzo San Biagio durante al quale sono state sollevate e discusse le svariate criticità del Pudm

Con il Pudm si corre il “rischio concreto che le già pochissime aree demaniali dove è possibile recarsi liberamente nel nostro territorio per fare il bagno si riducano ulteriormente fino ad arrivare ad una privatizzazione di fatto delle nostre coste”. Il Partito democratico condivide le preoccupazioni già manifestate in tal senso dal consigliere comunale Giancarlo Triberio e dalle associazioni ambientaliste di “Salvare Augusta” sul piano di utilizzo del demanio marittimo e sta valutando di presentare un’istanza di annullamento in autotutela e di sollevare criticità agli organi regionali di controllo. E’ questo l’esito dell’assemblea del circolo cittadino che si è svolta nei giorni scorsi,  a palazzo San Biagio, durante la quale sono state sollevate e discusse le svariate criticità del Pudm approvato sia dalla giunta che dal Consiglio comunale.

La prima è che si tratta di un piano “nato già vecchio”, in quanto ampiamente superato nella realtà. – dice Luca Vita, il segretario del circolo cittadino-  Infatti, i quasi due anni di tempo trascorsi tra la sua redazione, avvenuta nel giugno 2021, e la sua approvazione, avvenuta solo ora, hanno consentito una prevedibile e ovviamente prevista pioggia di istanze da parte di coloro che hanno voluto garantirsi un “posto al sole” in base alla previgente normativa. Ciò in quanto si è previsto che il “Pudm” prenda atto non soltanto delle concessioni già in atto, ma anche di quelle in itinere”.

Si può consultare il  link del Demanio marittimo  https://demaniomarittimo.regione.sicilia.it/demaniomap/istanze.html per verificare quante e quali nuove istanze siano state presentate negli ultimi due anni. Ad esempio, per citare uno dei luoghi più amati dagli augustani, al Faro Santa Croce, risultano “oggi ben 10 concessioni/istanze di concessione, a fronte delle 4 di cui alla relazione tecnica del “Pudm”. Si tratta, dunque, di un piano assolutamente falsato nei suoi presupposti di fatto e, soprattutto, che rischia, di privare i cittadini di quei pochissimi sbocchi a mare oggi accessibili. Prova ne è che il Faro Santa Croce subirebbe, di fatto, una vera e propria privatizzazione, come è facile vedere dalla relativa fotografia satellitare” prosegue il segretario del Pd  che ribadisce quanto già sottolineato  in conferenza stampa da Triberio.

E cioè che “sia le norme tecniche di attuazione (articolo 20) che la relazione tecnica (pag. 38) dispongono espressamente che sarà destinata alla libera fruizione una quota non inferiore al 50% dell’intero litorale di pertinenza demaniale.  Ora, questa quota, che in astratto può sembrare alta, -precisa ancora- va calata nella realtà augustana, dove già oggi gli accessi al mare sono limitatissimi e assolutamente inadeguati per la popolazione residente e i pochi turisti che vi si avventurano, anche se le concessioni ai privati ammontano, ad oggi, ad un misero 5% circa dell’intero litorale. Se dunque, oggi, che il 95% delle coste non è oggetto di concessione, è già difficilissimo trovare dei luoghi da adibire alla libera fruizione, cosa accadrà quando questa quota si comprimerà fino quasi a dimezzarsi?”.

Secondo Vita non coglie nel segno l’affermazione secondo la quale, in realtà, solo il 28% delle linee di costa potrà essere oggetto di concessione, e ciò per un duplice ordine di ragioni: “Intanto, il limite del 50% non è certamente frutto di fantasia, ma un dato normativo e tecnico incontrovertibile. Inoltre, ed è la terza grave criticità rilevata, – spiega- non conta solo la “quantità” di costa lasciata alla libera fruizione, ma anche la sua “qualità”.  Infatti, all’interno delle cartografie allegate al piano non vengono individuate in precedenza le zone cedibili in concessione e quelle da riservare alla libera fruizione. Vi è solo una macroarea dove i privati potrebbero accaparrarsi gli spazi migliori, lasciando alla libera fruizione solo le zone di scarto.Ciò che è già in parte accaduto proprio al Faro Santa Croce, dove le concessioni/istanze di concessione già pendenti hanno interessato le aree più popolari di questa località balneare”. Si tratta solo di un esempio, il Pd invita i cittadini a verificare, tra gli altri, lo stato delle istanze relative alla spiaggetta del Granatello e a tutta l’area di Brucoli.


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