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Augusta, il consigliere Manuel Mangano lascia Italia viva

L’ormai ex consigliere del partito di Renzi ha spiegato le sue ragioni in una nota in cui non nasconde il suo rammarico

“Oggi lascio Italia viva con grande rammarico, ma con la rinnovata voglia di continuare a spendermi per la mia comunità e per tutte le persone che ovunque mi hanno dimostrato il loro affetto e la loro stima”. A dirlo è l’ormai ex consigliere comunale di Italia viva Manuel Mangano che con una lunga nota ha reso noto l’uscita dal partito, che fa capo a Matteo Renzi e di cui ha sostenuto la linea politica da oltre 11 anni, ancora prima quando faceva parte del Partito democratico: “in questo lungo periodo non mi sono mai sottratto alle sfide: -ricorda Mangano- alle elezioni amministrative per il Consiglio comunale, risultando a 22 anni il più votato della mia lista oltre che il più giovane mai eletto nella città di Augusta, oltre che per rappresentare Italia viva alle ultime elezioni regionali, dove anche lì, in soli 28 giorni abbiamo raggiunto un risultato importante seppure di mera rappresentanza, visto il disinteresse del terzo polo nazionale nel vincere in Sicilia. Abbiamo pianto di gioia e di dolore in questi anni, non fermandoci neanche un secondo, portando i nostri valori nelle periferie, tra i ragazzi che dalla politica si sono sempre sentiti traditi, tra le persone che la politica non la volevano sentire neanche più nominare”.

Un attaccamento al partito che, però, non sarebbe stato gratificato per l’ex consigliere: “ci siamo visti passare davanti gente che un volantino per strada non l’ha mai distribuito e che una candidatura non l’ha manco mai immaginata” – aggiunge non nascondendo al sua delusione  perché “il Sud Italia è stato completamente dimenticato durante la campagna elettorale e i risultati sono stati più che evidenti. Non è mai stata creata una vera rete di amministratori locali nazionale che potesse interagire con le pubbliche amministrazioni in maniera univoca, seguendo una linea comune”.

E se l’impegno era quello di costruire il terzo polo “ci siamo ridotti ad essere isolati nelle interlocuzioni, tentando di costruire il centro, quello vero, solo in prossimità di appuntamenti elettorali. Quelli che erano tra i principali esponenti del partito, quali Rosato e Bonetti, sono stati declassati pubblicamente a “comparse” non appena contestata la leadership e non basta dire che i congressi sono stati fatti: è chiaro che Italia viva è un partito legato ad una persona, seppure con una bellissima comunità, ma che soffre maledettamente la pochissima rappresentanza territoriale, da Nord a Sud, i congressi sono fondamentali, ma senza una visione vera, si perde persino l’interesse a partecipare. – conclude Mangano – abbiamo cercato di rappresentare la migliore classe dirigente che questo grande progetto di centro potesse avere e siamo stati sonoramente ignorati in tutte le occasioni negli ultimi 7 anni. Ritengo che siamo stati esempio di perseveranza e lealtà, ma ci sono momenti in cui le strade non possono che dividersi”.


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