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Augusta e le sue grotte, a Campolato, al centro degli studi dell’archeologa Patania e della Washington university in St. Louis

Il progetto di scavo sul nostro territorio è stato presentato in conferenza stampa

La costa nord della Sicilia orientale, compresa quella dell’Acquasanta e di  Campolato, con le sue grotte fornisce importanti  informazioni sulle culture paleolitiche che vi si sono fermate. Attorno a questa realtà ruota il progetto di scavo sul nostro territorio, curato  dell’Università americana Washington in St.Louis con il contributo di sponsor americani ed in collaborazione con la Soprintendenza di Siracusa e la Soprintendenza del Mare e presentato in conferenza stampa nei giorni scorsi nel salone dell’associazione “Umberto I”, presieduta da Mimmo Di Franco.

L’iniziativa è di Archeoclub di Augusta, guidato da Mariada Pansera,  che ha presentato l’ideatrice del progetto, che risale ad  almeno 5 anni fa, come una “nostra figlia”: è infatti di Augusta, si chiama  Ilaria Patania ed è  un’ archeologa preistorica con specializzazione in archeologia ambientale di Augusta, che da almeno 10 anni vive in America, ben felice di ritornare a lavorare nella sua terra d’origine insieme al suo team di studenti e docenti americani, di cui fa parte anche all’augustano Iano Di Mauro, che si occupa di immersioni subacquee.

“Il progetto – ha spiegato Pansera- è intitolato con l’acronimo EOS, che sta per early occupation in Sicily,  le prime migrazioni di Sicilia, e nasce da una convenzione  stipulata tra la Washington university in St. Luois, l’università del Connecticut,  la Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa e la Sovrintendenza del mare. Ha l’obiettivo  di riprendere in mano, rivedere e  portare avanti i precedenti scavi e studi eseguite nei decenni passati su grotte e palio-siti  nella zona nord della provincia di Siracusa che per la loro topografia  e natura calcarea ben si prestano ad arricchire le conoscenze sulla diffusione del genere umano dell’ homo sapiens sui siti in terraferma ma anche su quelli che oggi sono sommersi, nel nostra caso l’Acquasanta. In più Eos ci aiuta a ben capire  le dinamiche che si innescarono nei rapporti uomo- ambiente” .

Per realizzare il progetto di scavo è stata firmata una convenzione con la Sovrintendenza di Siracusa, che ha fornito il supporto, per lo più d’archivio e logistico-burocratico, necessario, non avendo una specializzazione  precipua all’interno e rappresentato dall’archeologa Alessandra Castorina: “Questo fa  parte di un progetto globale di valorizzazione delle infinite ricchezze archeologiche e paleontologiche  della nostra provincia – ha  spiegato- e anche dalla consapevolezza che da soli non si può conciliare l’attività di ufficio con una ricerca approfondita, il nostro compito è anche e soprattutto quello di stabilire rapporti  e contatti con istituzioni, università, enti che ci aiutino a portare avanti una serie di  percorsi scientifici sia valorizzazione degli studi precedenti sia di apertura dei nuovi filoni di indagini. Sono molto fiduciosa e so che avranno dei risultati di altissimo livello”.

 “Tutto questo lavoro comincia con una pubblicazione di Lorenzo Guzzardi, una del signor Italo Russo e una degli anni ’60 sulla grotta Acquasanta a cui ha partecipato mio nonno”. – ha esordito la  titolarere della ricerca delle prime migrazioni del Mediterraneo che riguarda oltre  Campolato, ad Augusta, anche Pedagaggi e che ha spiegato che i primi esseri umani in Sicilia arrivarono 16 mila anni fa e l’isola era attaccata  a Malta e  Messina, con un ponte vero, si connetteva con la Calabria. Il mare era a centinaia di metri più in là di oggi, quando i  ponti durante le glaciazioni venivano sommersi dalle acque non c’erano le migrazioni e l’isola diventava un laboratorio. Gli esseri umani si sono evoluti in Africa, migrando in Nord Africa e anche in Europa.  A testimoniare la loro presenza anche in Sicilia ci sono appunto tante grotte, diverse sono anche ad Augusta,  già indicate nelle tante pubblicazioni di Italo Russo ,che sono servite molto agli studiosi americani che sono riusciti a  rintracciarle.

 “Nel nord della Sicilia abbiamo una grotta con incisioni molto simili ai dipinti  delle grotte francesi, le popolazioni arrivate in Sicilia con questo cavallo, l’idrontinus, provengono probabilmente dal territorio glaciale, ma  non abbiamo abbastanza siti per capire da dove vengono, che cosa facevano, come si muovevano, – ha aggiunto utilizzando anche delle slide- dovevano però passare da Augusta, quindi la costa nord della Sicilia mi da delle informazioni sulle culture paleolitiche, che si sono fermate là e la nostra costa ci può dare delle informazioni  non solo ambientali, ma che parlano dei movimenti umani. Ad Augusta ci sono tantissime grotte  ma noi ci stiamo soffermando a Campolato. C’era una valle erosiva da fiume, i meno giovani si ricorderanno che  in questa zona c’ era l’acqua sorgiva che veniva su molto vicino al mare, talmente vicino che a volte la gente andava a prendere l’acqua dolce a mare.  Poi ci sono due grotte che sono state identificate da Russo, scavate anche con l’aiuto di Lorenzo Guzzardi, lo scavo è stato interrotto per problemi viari, abbiamo visto che la trincea si trova ancora là e faremo un lavoro molto lento per andare a capire  la stratigrafia se è rimasta intatta. E poi piano piano se avremo la possibilità di vincere ulteriori fondi europei  andremo a fare un lavoro più importante”.

Per gli archeologi è importante anche andare a vedere  sott’acqua per capire com’era questo territorio, che veniva attraversato e in questo arriva il contributo della Sovrintendenza del mare come ha illustrato il suo presidente Ferdinando Maurici. “L’isola al centro del Mediterraneo è un luogo storicamente baricentrico, in tutto il mondo vi sono studiosi che – ha affermato –si occupano di storia del Mediterraneo e, quindi, anche di posti meno vicini e geograficamente più distanti. Chi si occupa di storia antica o medievale ha a che fare con la Sicilia in questo quadro si inserisce anche questa  convenzione stipulata per questa esplorazione anfibia poiché coinvolge tanto l’archeologia subacquea e, quindi, la Soprintendenza del mare che solo di mare si occupa che quella ai Beni culturali che invece si occupa di terra e di costa. L’ambiente costiero  è di straordinaria importanza da un punto di vista archeologico e storico”.

Alla conferenza stampa era presente anche l’assessore Ombretta Tringali che si è detta grata con la ricercatrice e archeologa augustana  “per l’amore che nutre per il nostro territorio”.


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