“Una situazione kafkiana, alla casa di reclusione di Augusta, dove ormai si sta vivendo una condizione aberrante. Sembra di vivere, giorno dopo giorno, adattamenti cinematografici che creano film su opere esistenti”. Così Massimiliano Di Carlo e Giuseppe Mandurino, dirigenti della Federazione sindacati autonomi Cnpp commentano quanto accaduto due sere fa all’istituto di pena megarese dove alcuni detenuti stavano addirittura trasmettendo una diretta social sulla piattaforma virtuale TikToke una volta scoperti dal personale in servizio che ha sequestrato loro i telefoni cellulari, avrebbero appiccato un incendio-poi domato- alla cella, aggredendo e minacciando prima 4 poliziotti penitenziari e successivamente altri tre, quando sono stati destinati in un reparto dove esclusi dalle attività comuni.
“Una continua escalation di eventi critici stanno, da troppo tempo, significando il buon andamento dell’ istituto augustano, con riverberazioni sull’ordine, la sicurezza e l’incolumità psico-fisica del personale di Polizia penitenziaria, oltre alla tragica carenza organica dei vari ruoli che aggrava continuamente i carichi di lavoro.– scrivono in una nota i due sindacalisti- La realtà inizia a superare di gran lungo la fantasia perché “la realtà, a differenza della fantasia, non si preoccupa di essere verosimile perché è vera”, sosteneva Pirandello in una sua celeberrima opera”.
Secondo Di Carlo e Mandurino la situazione “è ormai fuori controllo, urgono interventi urgenti ed autorevoli, servono uomini, mezzi e adeguamenti strutturali. Abbiamo più volte sollecitato gli organi regionali e centrali dell’amministrazione penitenziaria (Prap e Dap) senza mai sortire alcun effetto positivo, senza tra l’altro tener conto della protesta già avviata dal personale di Polizia penitenziaria, come l’astensione dalla mensa obbligatoria di servizio che va avanti ininterrottamente dal 6 settembre scorso. Ora – concludono- la situazione sta divenendo anche di ordine pubblico, visto quanto accaduto ieri sera, ed è per questo che ci appelliamo al prefetto affinché si interfacci con il Governo”.
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