“Se non ci sono strumenti alternativi che funzionano allora si ricorra alla temporanea nazionalizzazione di Lukoil. Si uscirebbe subito dall’impasse, con un sospiro di sollievo dell’intera economia. E ci auguriamo non ci siano veti di natura ideologica”. A parlare è Davide Fazio, presidente di Unionports che torna a rilanciare la possibile soluzione sul caso Lukoil e sui rischi in termini di occupazione e di economia in generale “su cui si sta facendo molta confusione. O meglio, si annunciano soluzioni, si avanzano proposte, tipo comfort letter o intervento Sace, e poi si scopre che – aggiunge – le banche, “tranquillizzate” dal Goveno che possono erogare credito a Lukoil perché gli stessi sarebbero assicurati dallo stato, non si fidano dello stato. Sì, non si fidano dello stato, stante alle voci che escono fuori da Lukoil circa la indisponibilità delle stesse banche, nonostante le “garanzie”, ad erogare credito, strozzando così Lukoil e le sue potenziali possibilità di “resistere” all’embargo del petrolio russo che scatterà nel vicinissimo 5 dicembre prossimo”.
Fazio nota che le “rassicurazioni” del governo arrivano solo a mezzo stampa, o in un incontro interlocutorio con il presidente della Regione, “mai presso un’istituzione nel territorio siciliano o siracusano. Sede in cui si potrebbero manifestare le perplessità che il governo potrebbe far superare con notizie certe. Ben venga la mobilitazione generale del prossimo 18 febbraio. Alla quale , crediamo, occorreva ricorrere già qualche mese fa”.
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