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Augusta, “Arti di guerra e pace a Megara Hyblaea; racconti d’armi e di commedia” nella giornata europea della Archeologia

L’iniziativa è del Parco archeologico di Leontinoi e Megara, dal Centro studi storico militare di Augusta, di Archeoclub d'Italia Aps ets, con il supporto della Marina militare e di alcune aziende private  

Una passeggiata culturale itinerante per la vita dell’antica colonia sia dal punto di vista  bellico che artistico-culturale. Cosi Megara Hyblaea è stata protagonista durante una delle Giornate  europee dell’Archeologia, un’iniziativa del ministero della Cultura francese, coordinata dall’Inrap, istituto nazionale ricerca archeologica preventiva e promossa in Italia dal ministero della Cultura per sensibilizzare il pubblico sull’importanza del patrimonio archeologico e  che si è svolta sabato 17 giugno, grazie alle sinergie messe in campo dal Parco archeologico di Leontinoi e Megara, dal Centro studi storico militare di Augusta e dalla sezione megarese di Archeoclub d’Italia Aps ets.  Da un’idea di Domenico Collorafi, segretario del Centro studi i presenti hanno passeggiato dentro l’area archeologica, soffermandosi in prossimità della cinta muraria arcaica in cui sono ancora  visibili le torri, raccontata da Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco archeologico di Leontinoi e Megara,  che ha ricordato che  la prima cinta muraria è di età greca arcaica con le sue fasi costruttive, la seconda invece risale all’ età ellenistica con la fase delle torri circolari e quella delle torri quadrangolari. È stato anche fatto un riferimento alle notizie su Megara Iblea che si apprendono da Tucidide e alle ipotesi  avanzate dagli studiosi per l’individuazione della fortificazione eretta dai siracusani nell’inverno 415-414 a. C. durante la guerra con gli ateniesi.

Hanno portato i loro saluti Giuseppe D’Urso, direttore del Parco archeologico succeduto a Guzzardi, i presidenti dei due sodalizi Piero Monticchio e Mariada Pansera e l’assessore  Ombretta Tringali, nell’agorà invece Alessandra Traversa ha narrato di come  quello spazio fosse uno spazio in cui si sono intersecate due concezioni di vita rese tali da spazi architettonici: quello arcaico e quello ionico. Una strada ha diviso quelle concezioni di spazio, ma la vita, quella comune, è rimasta tale: spazio per le azioni comunitarie e per quelle essenziali.

Infine nell’Antiquarium, Cettina Messina, attraverso il  monologo “Sul sorriso di Epicarmo…e me” ha evocato l’arte creativa del celebre commediografo e poeta siracusano Epicarmo, immaginando una sorella dell’autore che narra di sé quando da piccola giocava, curiosava e cresceva con lui nelle strade e nei quartieri dell’antica Megara e di Siracusa, facendo parodia dei più celebri personaggi mitologici, ascoltando di quell’epoca i filosofi che, pian piano, nel suo ingegno presero forma di idee. Intrecciando frammenti e parti di opere composte dall’autore, il monologo snoda i tratti fondamentali del suo pensiero e della sua arte comica, che gli resero fama di grande saggezza: “Epicarmo seppe ben presto che nel tempo col filo dei dolori ci si poteva  ricucire il corpo. Non cercò nulla del passato, si attenne al divenire delle foglie, e fece del suo tempo perenne estate”.

Ha concluso la serata Carmelo Salemi, che ha incantato il pubblico con le vibrazioni sonore del suo flauto di canna, “u friscalettu” in siciliano, strumento arcaico che lui stesso costruisce artigianalmente. Un piccolo viaggio sonoro ricco di sperimentazioni contemporanee e qualche inedito che il pubblico ha apprezzato con entusiasmo. Ad impreziosire l’iniziativa la presenza di Michel Gras, membro della École française de Rome di cui è stato direttore di studi dal 1973 al 1985, e direttore dal 2003 al 2011. È direttore della ricerca al Cnrs, la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia; è inoltre socio straniero dell’Accademia nazionale dei Lincei nonché socio effettivo della Pontificia accademia romana di archeologia. Insieme a Henri Tréziny, Michel Gras raccoglie l’eredità degli scavi a Megara Hyblaea di Vallet e Villard per passare oggi  il testimone a Jean Christophe Sourisseau e Reine Marie Berard. L’iniziativa, che ha avuto il supporto anche della Marina militare, di alcune aziende private e dei custodi del sito, ha riscontrato un grande successo di presenze confermando, ancora una volta, la  volontà delle due associazioni  di animare e mantenere vivo il dialogo culturale con il pubblico


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