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Augusta, arresti per spaccio di droga: domani gli interrogatori di garanzia degli indagati. I nomi

Cinque si trovano in carcere, uno è ai domiciliari e un altro è stato raggiunto dal divieto di dimora in città

Si terrà domani mattina al tribunale di Siracusa l’interrogatorio di garanzia dei sette indagati – di cui sei arrestati- coinvolti nell’indagine dei Carabinieri di Augusta che ha smantellato la piazza di spaccio tra Augusta e Villasmundo. Si tratta di Marcello Alberghina, Antonio Corrado Cannarella, Antonino Spina, Francesco Bandiera e Sebastiano Verde che da lunedì si trovano in carcere a Cavadonna, a Siracusa, di Lorenzo Belfiore,  sottoposto agli arresti domiciliari con obbligo del braccialetto elettronico e di Giuseppe Ferraguto a cui è stato, invece, imposto il divieto di dimora.

Sono già delle vecchie conoscenze delle forze dell’ordine per spaccio di droga, ma anche per furti in abitazione e domani, accompagnati dai loro legali di fiducia, compariranno davanti al  giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, che ha firmato le sette misure cautelari, anche se gli indagati iscritti nel registro sarebbero in tutto 13.

Sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti e nel corso dell’operazione dei militari dell’Arma, a seguito delle perquisizioni personali e locali, sono stati rinvenuti: un chilo e mezzo di marijuana già essiccata, 800 grammi di hashish, suddiviso in 8 panetti termosaldati, 5 piante di marijuana e 1.750,00 euro in contanti, posti sotto sequestro in quanto si sospetta siano provento dell’attività di spaccio.

Il  presunto capo dell’organizzazione, secondo l’indagine, sarebbe stato Alberghina,  che teneva la cassa e anche i contatti con alcuni catanesi che fornivano la droga che poi veniva venduta agli acquirenti  di Augusta e  Villasmundo attraverso corrieri  fiducia. Pensando che operare attraverso una piazza di spaccio “diffusa” fosse la scelta migliore per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, il gruppo avrebbe venduto la droga oltre che nelle proprie abitazioni,- dove venivano utilizzate le cassette condominiali della posta per lo scambio di dosi e denaro – spesso anche a bordo di auto e moto in giro per la città, in luoghi aperti come la centralissima Porta Spagnola.

 

 

 


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