Il Braccio reliquiario di San Domenico che impugna una spada sguainata verso il cielo, varcherà questa mattina i cancelli dell’ istituto penitenziario di Brucoli per un momento di festa anche tra i detenuti. “In questi giorni – ha dichiarato don Alfio Scapellato, parroco della chiesa Madre e rettore della chiesa di San Domenico – la reliquia del santo patrono sta visitando gli istituti scolastici, le case di riposo, per rendere partecipe tutta la città della festa che deve costituire un momento di fede, inclusione e di intensa partecipazione”.
“Il Braccio reliquiario di San Domenico – ha riferito l’assessore alla Cultura Giuseppe Carrabino – è una delle tipologie di custodie antropomorfe cesellato da argentieri messinesi nel lontano 1651. Un reliquiario voluto dalla città per rammentare una delle pagine fortemente radicate nell’animo del popolo: la liberazione del santo patrono dalle armate ottomane che tentavano di assalire e distruggere quello che era considerato baluardo di cristianità. La città voluta da Federico II di Svevia e prediletta da san Domenico che aveva voluto la presenza dei suoi frati, l’ordine dei predicatori”.
In effetti il reliquiario che impugna una spada vuole ricordare la pagina della Bibbia che recita: la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.
“Ringraziamo – ha detto il sindaco Giuseppe Di Mare – il ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, provveditorato regionale della Sicilia, per aver autorizzato l’ingresso della reliquia e celebrare anche all’interno del penitenziario la festa del nostro santo patrono. Un particolare ringraziamento alla direttrice Angela Lanteri, a Biagina Longo responsabile delle attività di promozione e socializzazione e don Andrea Zappulla cappellano dell’istituto”.
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